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Assange Court Report Day 1 – Sessione del mattino

Assange Court Report Day 1  – Sessione del mattino

(versione originale in lingua inglese disponibile su assangecourt.report, portale creato e curato da Bridges for Media Freedom)

Centinaia di persone si sono riunite oggi all’esterno di un tribunale londinese per protestare all’apertura dell’udienza di estradizione di Julian Assange, facendo risuonare il canto “Free Assange”, del tutto udibile all’interno della sala udienze.

Il governo degli Stati Uniti chiede che il fondatore di Wikileaks sia trasferito in Virginia e processato per aver cospirato al fine di raccogliere informazioni riservate, per aver rivelato i nomi di informatori confidenziali e per aver cospirato assieme all’ex soldato Chelsea Manning con l’obiettivo di effettuare un accesso a documenti riservati violando una password segreta.

Mentre Assange sedeva impassibile sul banco degli imputati, James Lewis QC, rappresentante del governo degli Stati Uniti, ha affermato davanti alla corte che la richiesta di estradizione è stata presentata in relazione al reato di “cospirazione volta ad hackerare un sistema informatico del Dipartimento della Difesa al fine di sottrarre (documenti riservati, ndr)”, aggiungendo che “questo è un crimine, e l’attività di reporter non può rappresentare una scusa per attività criminali”.

Ha continuato sostenendo che il rilascio da parte di Wikileaks di documenti diplomatici statunitensi non redatti ha messo a rischio persone che avevano fornito informazioni all’intelligence statunitense durante le operazioni militari in Iraq e Afghanistan e che rivelare le posizioni di “siti militari statunitensi sensibili” avrebbe potuto ostacolare la “lotta al terrorismo”.

Lewis ha poi detto alla corte che “non spetta al governo degli Stati Uniti dimostrare che ci sia stato un danno reale” a fonti confidenziali, aggiungendo che documenti di Wikileaks sono stati trovati nella casa del fondatore di Al-Qaeda, Osama Bin Laden, quando è stato attaccato dalle truppe americane nel 2011.

Lewis ha poi detto al giudice distrettuale Vanessa Baraitser di voler affrontare quella che ha descritto come l’“iperbole” della difesa, secondo cui il fondatore di WikiLeaks potrebbe essere condannato a 175 anni di prigione negli Stati Uniti.

“La sentenza è una funzione del tribunale processuale, non una funzione dell’autorità giudiziaria. In effetti, il reato equivalente nel Regno Unito comporterebbe una pena equivalente”, ha aggiunto affermando che la pena media di detenzione per reati simili negli Stati Uniti è compresa tra i 40 e i 60 mesi.

Ha anche sostenuto che il tribunale non è competente a prendere in considerazione “l’abuso di processo”, che ci si aspetta venga denunciato dal team di difesa di Assange in un secondo momento nel caso. Lewis ha anche detto alla corte che, nonostante il fondatore di WikiLeaks non sia un cittadino americano, può essere perseguito secondo le leggi di sicurezza americane per “favoreggiamento” di un cittadino americano nel farlo, in questo caso, “cospirazione” con l’ex ufficiale dei servizi segreti americani Chelsea Manning.

Al giudice che chiedeva se la difesa condividesse questo punto, Edward Fitzgerald QC del team legale di Assange si è alzato per dire che la richiesta di estradizione non ha validità, in quanto l’attività giornalistica è protetta dall’articolo 10 dell’European Human Rights Act.

L’accusa ha fatto riferimento alla legge britannica del 1989 sui segreti ufficiali, approvata dopo che un funzionario pubblico, Clive Ponting, era stato assolto da un reato dopo essersi difeso appellandosi al fatto che il pubblico aveva il diritto di sapere dell’affondamento di una nave da guerra argentina, la Generale Belgrano, nel 1981. Il nuovo atto ha eliminato ogni difesa dell’interesse pubblico” nel rivelare questioni di sicurezza o di intelligence.

L’accusa ha affermato che, non essendo prevista alcuna difesa dell’interesse pubblico nella Legge sui Segreti Ufficiali, se un giornale pubblica segreti ufficiali è colpevole di un reato, indipendentemente dallo scopo. La legge europea sui diritti umani “non si applica”, ha aggiunto, “altrimenti si potrebbe pubblicare quello che si vuole”.

Il governo degli Stati Uniti dovrebbe concludere il suo discorso di apertura più tardi. A seguire, la dichiarazione di apertura della difesa.

(Il caso continua)