Assange Court Report, Day 2 – Sessione del mattino
• La difesa si lamenta del “maltrattamento” di Assange
• Il caso contro di lui è fatto di “Bugie, bugie e ancora bugie”
• I documenti non redatti sono trapelati dopo che la password è stata “rivelata” dai giornalisti del Guardian
• Assange ha avvertito personalmente la Casa Bianca della fuga di notizie
Il secondo giorno dell’udienza per l’estradizione di Julian Assange si è aperto oggi con una discussione su come viene trattato in carcere. Il tribunale ha sentito che solo ieri è stato ammanettato 11 volte, perquisito due volte e gli sono stati tolti dei documenti dal personale di sicurezza.
Edward Fitzgerald QC, per la difesa, è stato sostenuto da James Lewis QC della pubblica accusa nel chiedere al giudice di “mandare un messaggio” alle autorità carcerarie in merito al fatto che quanto accaduto è inaccettabile.
Mark Summers QC, un altro membro del team della difesa, si è poi alzato per sostenere che le affermazioni dell’accusa, secondo cui Assange avrebbe sollecitato materiale dall’ex soldato americano Chelsea Manning per poi rilasciarlo mettendo incautamente a rischio vite umane, sono “bugie, bugie e ancora bugie”.
Il QC ha detto che per i documenti rilasciati esisteva un chiaro interesse pubblico, tra cui lo spionaggio degli Stati Uniti sui diplomatici delle Nazioni Unite, le esecuzioni extragiudiziali. Il loro rilascio ha “cambiato il mondo”, ha affermato.
La Manning, è stato riferito alla corte, si era assunta la piena responsabilità del rilascio delle informazioni presso la sua corte marziale e, se è vero che Wikileaks aveva richieste di informazioni sul suo sito web, l’idea che le richieste riguardassero dei documenti diplomatici americani è “fantasia completa”.
Summers ha anche dato alla corte una versione molto diversa rispetto a quella che la corte ha sentito ieri dal governo degli Stati Uniti circa i documenti riservati non redatti.
Ha suggerito che, per nove mesi dopo che i dati erano stati trasmessi, Wikileaks ha lavorato con cinque media partner per modificare qualsiasi cosa che, attraverso quei documenti, potesse mettere a rischio delle vite. Summers ha detto che anche il Dipartimento di Stato americano stava collaborando con il processo, tenendo una conference call con un media tedesco per discutere come questo potesse essere fatto.
Alla corte è stato riferito che la cosa è sfuggita di mano quando due giornalisti del Guardian, Luke Harding e David Leigh, hanno pubblicato un libro che conteneva la password del database. Questo ha portato alla pubblicazione delle informazioni non censurate su Cryptome, un sito con sede negli Stati Uniti. Come ha notato Summers, le informazioni sono ancora sul sito e Cryptome non è mai stato perseguito.
L’avvocato della difesa ha anche detto alla corte che, quando è stata scoperta la divulgazione della password, Assange aveva telefonato personalmente alla Casa Bianca per avvertirli, per poi essere richiamato “dopo qualche ora”.
Summers ha poi detto: “Il governo degli Stati Uniti sa tutto questo, ma poi invia documenti al tribunale dicendo che Assange ‘ha messo a rischio delle vite umane incautamente’”.
L’avvocato della difesa ha anche stroncato le affermazioni secondo cui Assange avrebbe aiutato Manning a violare una password per accedere alle informazioni, rilevando che aveva già un accesso completo ed è stato dimostrato alla sua corte marziale che tale accesso è stato rintracciato da un indirizzo IP, non attraverso una password.
Summers ha concluso: “Questa richiesta di estradizione è un giusto riflesso di ciò che è noto al governo degli Stati Uniti? La risposta è, palesemente, no”.
Il caso continua