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Assange Court Report 14 settembre – Sessione del mattino

Assange Court Report 14 settembre – Sessione del mattino

Se estradato in America, il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, potrebbe affrontare fino a 175 anni di carcere ed essere sottoposto a “misure amministrative speciali” draconiane.

Lo ha affermato, in qualità di testimone per la difesa, al quarto giorno di udienza presso la Corte Penale Centrale di Londra, l’avvocato statunitense Eric Lewis, spiegando che l’indagine su Assange è stata “una delle più grandi operazioni dell’FBI della storia” e che, a suo avviso, è stato “un abuso del potere investigativo criminale”.Ha aggiunto che fino ad oggi “nessun editore è mai stato perseguito con successo per aver pubblicato informazioni sulla sicurezza nazionale, mai”.

Il testimone ha detto alla corte che, mentre l’amministrazione Obama aveva deciso di non perseguire Assange nel 2013, nel 2017, dopo l’insediamento del presidente Trump, questa decisione è stata revocata. Ha citato un discorso del segretario di Stato americano Mike Pompeo in cui viene detto che “Assange e la sua famiglia cercano l’autocompiacimento personale attraverso la distruzione dei valori occidentali” e che “Assange era “un “narcisista” e “un truffatore - un codardo che si nasconde dietro un paravento”.

Alla domanda sulle “misure amministrative speciali” che potrebbero essere applicate nelle carceri statunitensi, Eric Lewis ha detto che queste includono la possibilità che il detenuto sia incatenato, che non gli sia permesso mescolarsi con nessun altro e che anche l’esercizio fisico avvenga a tarda notte, in maniera tale che rimanga isolato. Ha anche fatto osservare che, in questi casi, le visite a un detenuto da parte di avvocati sono monitorate dal governo degli Stati Uniti. “Le visite legali sono state monitorate, registrate. Ci è stato detto che l’audio non era registrato, ma non ne eravamo certi, ci è stato detto che la squadra che controllava le registrazioni non era la stessa che lavorava con l’accusa, ma ho visto troppe situazioni in cui questo non era il caso”.

Sfidato dall’avvocato del governo americano sulla sua conoscenza delle condizioni della prigione, il testimone ha risposto: “Ci passo più tempo di quanto mi interessi ricordare, visitando i clienti”, ha anche fatto osservare di avere una laurea in Criminologia conseguita all’Università di Cambridge. Lewis ha osservato che il caso di Assange è unico nel suo genere, in quanto sarà visto come un detenuto a rischio per la sicurezza nazionale. Ha anche detto che, mentre c’è un procedimento specifico per arrivare detenzione amministrativa speciale, “non c’è modo di contestarlo”. Ha anche osservato che la salute mentale di Assange lo rende “particolarmente vulnerabile” agli effetti della detenzione amministrativa speciale e che sotto quel regime i detenuti non possono nemmeno guardare i telegiornali, ma solo la televisione scelta e approvata dalle autorità carcerarie.

Al legale dell’accusa che domandava se queste decisioni non potessero essere contestate, Lewis ha risposto che non conosceva nessun caso nella storia che fosse riuscito a ribaltare la decisione di mettere un prigioniero in regime di detenzione amministrativa speciale.

In precedenza, l’avvocato dell’accusa James Lewis aveva denunciato al giudice che gli era stato concesso un periodo di tempo limitato per il controinterrogatorio dei testimoni della difesa, dicendo “non gli era mai successo prima in nessun tribunale”. La presidente del tribunale Vanessa Baraitser ha risposto dicendo che c’erano 39 testimoni, quindi non aveva altra scelta se non quella di gestire il tempo che ognuno di loro impiegava. “Questa è la fine della questione, signor Lewis”, ha aggiunto la giudice.